Che cosa hanno in comune Dante Alighieri e Mazinger Z? Assolutamente nulla! verrebbe da dire.
Eppure non è così. Il sommo poeta ed il super robot sono legati da una persona: Go Nagai.
Il creatore del famoso robot giapponese (sia nella versione cartone animato che in quella a fumetti), infatti, è cresciuto sfogliando una copia della Divina Commedia illustrata da Gustave Doré. Tanto ne è stato colpito ed affascinato che demoni ed atmosfere demoniache, chiaramente ispirate all'Inferno dantesco, hanno impregnato la sua produzione da Devilman a Mazinger Z , Great Mazinger , Jeeg robot d'acciaio ed Ufo RobotGrendizer (Goldrake ), per citare solo i più conosciuti in Italia.
E c'è di più. Una delle sue primissime opere (1971), Mao Dante (avete letto bene!), vede tra i protagonisti proprio la reincarnazione del famoso nostro sommo poeta.
Potrebbe bastare. Invece no...
Nel 1994 Go Nagai disegna in tre volumi Dante Shinkyoku , la sua personale versione manga della Divina Commedia.
La distanza tra le due culture, quella giapponese e quella italiana, la difficoltà, o meglio, l'impossibilità di sintetizzare in un'opera (che pure raggiunge le 600 pagine con oltre 700 tavole) il contesto storico e sociale, la temperie culturale (italiana ed europea) la storia personale di Dante Alighieri, e di renderli fruibili a lettori giapponesi, rendono Dante Shinkyoku una personalissima versione della Commedia. Essa è resa possibile dall'interiorizzazzione che Nagai ha fatto dell'opera nel corso di tutta la sua vita.
Ma ciò che resta, e resta in primo piano, è il messaggio di Dante: salvare l'umanità dalla dannazione raccontando quanto visto nell'Inferno, nel Purgatorio e nel Paradiso.
E ancora, restano il realismo dantesco che si fa crudo e violento nel tratto preciso di Nagai e la partecipazione emotiva nei confronti dei dannati.
Insomma il nesso così improbabile tra Dante e Mazinger Z ci racconta della potenza della cultura che è capace di varcare i confini del tempo e dello spazio; della forza delle emozioni che sono uguali negli uomini di ogni latitudine.
Ma anche dell'importanza di conoscere ciò che di buono e bello producono gli altri Paesi.
Quale italiano potrebbe dire di conoscere la più importante opera della letteratura giapponese?