di Nancy Calanna
Molti doni che ognuno di noi possiede non sa nemmeno di averli. Spesso si mostrano a noi in modo inconsapevole. La finestra del nostro mondo interiore è spesso ignota a noi stessi, per questo ci capita di leggere da qualche parte di un tale filosofo che disse “Conosci te stesso”. È un cammino che se affrontato con coraggio e determinazione ci conduce alla via che ci appartiene.
Così sgattaiolavo da bambina tra un salto di danza e le mani che rovistavano nella piccola biblioteca dei miei genitori. Tutti li divoravo quei testi, ma ve ne erano alcuni che prediligevo. Una frase mi conduceva poi alla lettura completa di tutto il libro. Una magia, un viaggio insaziabile, una scoperta di luoghi e personaggi a me sconosciuti e che dentro le mura di una stanza potevo immaginare e conoscere.
L’odore dei giornalini acquistati da mia madre era poi un prodigio. Li annusavo come un animale annusa ciò che sa gli appartiene. Leggevo si, ma scrivevo anche. Su quei diari segreti, su fogli, taccuini, agende create dalle mie mani, annotavo esperienze fanciullesche e nuove avventure, che l’età di volta in volta mi presentava.
Tu non sai da principio di appartenere a quel mondo incantato della scrittura, il tempo svela però parte dei segreti che ci appartengono.
All’Università iniziai a collaborare con le prime testate ma non mi bastava. Scrivevo inconsapevolmente frasi che poi divennero poesie. Nacque il primo libro. Vennero fuori i primi premi e poi arrivò “Piccolo Grande Cosmo”.
Una rivelazione per me tutto questo. Un lavoro nato con una tale spontaneità che sta conquistando ogni lettore che si incammina tra le righe di questi racconti. Già dalle prime presentazioni notai un interesse particolare da parte dei giovani. Tutto questo con mia grande meraviglia. Io stessa presa dall’ansia che oggi i ragazzi non leggono, tutto potevo immaginare meno che il libro interessasse a tutte le fasce di adolescenti. Sia i ragazzi che le ragazze, dimostrano ad ogni incontro un entusiasmo coinvolgente, eccitante. La loro curiosità e le loro domande, dimostrano una lettura che va oltre il compito assegnato dall’insegnante. Non v’è racconto del libro che non conquista la suspense del lettore. Un’emozione infinita quando ti augurano che tu possa continuare a scrivere perché hanno fame delle tue parole, sete delle tue frasi. Come la tua scrittura fosse pane che li sazia, acqua che li ristora, miele che li consola, come fosse frutta fresca e saporita che dona loro speranza.
Insegnanti e dirigenti mi ringraziano per avere acceso un’energia così inaspettata in questi ragazzi. Il linguaggio è per loro scorrevole ma ricco di una semantica e di una sintassi profonda che non li annoia ma li coinvolge.
Da dove ha inventato la bolla? Come si fa a diventare una scrittrice come lei? Chi avrà la meglio l’uomo o la macchina? I robot distruggeranno l’umanità? L’intelligenza artificiale prenderà il sopravvento? Eloise dove trovava tutto quel coraggio? Le farfalle blu le ha sognate, come sono nate nella sua fantasia? Francesca esiste? Che significato possiede la bolla? Christopher è un ragazzo coraggioso, si salverà?
Queste solo alcune delle tante domande che sono venute fuori da questi giovani in modo così spontaneo. I loro disegni, le loro raffigurazioni dei personaggi e dell’universo, indicano aspetti introspettivi della loro personalità molto eloquenti e chiari.
Alla prima presentazione di “Piccolo Grande Cosmo” appena terminato l’incontro, uno dei ragazzi alza in alto le sue mani e mi grida «grazie» ... rimango senza parole!
Non c’è stato un solo incontro che non mi abbia regalato inaspettate soddisfazioni. L’ultimo, una ragazza mi manda un messaggio: «Lei durante la presentazione ci ha regalato parole speciali come il suo libro, una giornata come quella io forse non la incontrerò più»!
Ho detto alla ragazza che tante giornate speciali ancora lei potrà vivere, basta volerlo e crederci. Sono io che spero e mi auguro di cuore di poter continuare ad accendere il vostro cuore, le vostre energie positive, le vostre speranze…